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DIPLOMATI MAGISTRALI FUORI DALLE GRADUATORIE. MIGLIAIA A RISCHIO

Molti insegnanti della scuola primaria rischiano il posto sia di ruolo che annuale per effetto del parere da parte dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato del 20 dicembre scorso che ha dichiarato non valido il solo diploma magistrale per poter rientrare nelle Graduatorie ad Esaurimento (GAE) ai fini dell’insegnamento.

“È il drammatico epilogo – commenta il Segretario Generale della Flc del Veneto, Marta Viotto – di una vicenda che si basa su di una ambiguità che il Ministero per troppo tempo non ha saputo e voluto affrontare il riconoscimento del diploma magistrale come titolo abilitante per l’insegnamento, escludendo il confronto con le parti sociali.
Su questa ambiguità si sono utilizzati, per decenni, lavoratori della scuola primaria, senza nessuna attenzione per le vite e le aspirazioni personali costringendo migliaia di cittadini ad una esistenza precaria, per un preciso disegno politico che niente ha a che vedere con i vincoli del bilancio statale o con le lungaggini di una burocrazia statale dichiarata ingessata.

Precarietà personale – aggiunge Viotto – che, ovviamente, si ripercuote sulla precarietà organizzativa nelle scuole costrette a rivedere ogni anno i propri obiettivi alla luce delle risorse organiche per effetto di un turn over che va ben oltre a quello fisiologico, relegando la continuità didattica ad una chimera irraggiungibile.
L’effetto della sentenza produrrà, anche nel Veneto, una situazione difficilmente sostenibile considerato il fabbisogno di insegnanti di scuola primaria di 3.100 posti, un dato allarmante, che le Università di Padova e Verona non sono in grado di colmare, poiché ci saranno solo 400 laureati in scienze della formazione all’anno.
Intanto queste persone verranno “licenziate” con effetto immediato ma contemporaneamente verrà chiesto loro di completare l’anno scolastico.

Riteniamo che per dimensione, e per ragioni di giustizia sociale, la soluzione del problema debba essere affrontato in sede politica con un confronto con le parti sociali e vada sottratto dalle aule dei tribunali.
In tal senso – annuncia Viotto – in questi giorni siamo impegnati a confrontarci con le forze sindacali e politiche del territorio per valutare azioni a sostegno di un percorso politico che si ponga il problema del superamento di una situazione, anomala ed ingiusta, che per troppo tempo non è stata affrontata con soluzioni efficaci e condivise.
Siamo impegnati, inoltre, a verificare possibili vie legali per una sentenza che, a nostro avviso, ha ribaltato i convincimenti del Consiglio di Stato rispetto ai precedenti orientamenti giurisdizionali”.

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