Un altro lavoratore ha perso la vita sul lavoro, un operaio agordino impegnato sugli impianti di risalita delle Dolomiti.
“Negli stessi impianti su cui, durante la stagione turistica, salgono centinaia di turisti – sottolinea la segreteria confederale della Cgil di Belluno – oggi un lavoratore ha perso la vita, non in un momento di svago, ma per lavoro. Nell’esprimere piena solidarietà e il più sincero cordoglio alla sua famiglia, confidiamo nelle indagini della magistratura e degli organi competenti, che dovranno accertare le responsabilità per quanto accaduto. La nostra Provincia, purtroppo, è tra le più funestate dagli infortuni sul lavoro, in una Regione – il Veneto – con il numero di morti sul lavoro tra i più alti d’Italia. In questo contesto, non sono assolutamente sufficienti la solidarietà e l’intervento successivo degli organi ispettivi. Occorre invertire questa drammatica tendenza. Dobbiamo smettere di parlare di ‘tragica fatalità’, quando avviene un incidente mortale sul lavoro, e chiederci invece cosa si sarebbe potuto e dovuto fare per evitarla. È necessaria maggiore formazione e più investimenti dal lato delle aziende, per la sicurezza dei lavoratori, ma è altrettanto necessario l’aumento esponenziale dei controlli nei cantieri e nei luoghi di lavoro, con sanzioni severe per quelle imprese che non rispettano la normativa e non tutelano la salute dei propri dipendenti”.
“La necessaria manutenzione degli impianti di trasporto, così come le esigenze di mobilità – aggiungono Alessandra Fontana (segreteria Filt Cgil Veneto) e Antonio Ventura (segretario generale Filt Cgil Belluno) – non possono venire prima della vita dei lavoratori che operano in questo settore. Quanto avvenuto in Piemonte e, dopo pochi giorni, nel Bellunese è un prezzo inaccettabile da pagare. Evidentemente il sistema, così come è stato organizzato, non funziona e va cambiato radicalmente. La vita delle persone che lavorano deve avere la priorità su tutto il resto. Vanno rispettati i tempi necessari a svolgere i lavori in sicurezza, vanno adottati tutti gli strumenti utili allo scopo, vanno ampliati gli organici. E per tutelare questo diritto fondamentale dobbiamo continuare a mobilitarci fino a quando non otterremo risultati tangibili”.