Oggi, in occasione dello sciopero nazionale dei mezzi pubblici di 8 ore, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferro del Veneto hanno organizzato un presidio in Calle XXII Marzo a Venezia, nei pressi del Consiglio regionale.
Lavoratrici e lavoratori hanno protestato contro il perdurare dello stallo della vertenza per il rinnovo del contratto degli Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità/TPL) e per dire basta ad un sistema di trasporti pubblici inadeguati, alla scarsità delle risorse assegnate, all’inadeguatezza delle retribuzioni, alla carente conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e al continuo rischio aggressioni.
Il 5 agosto è stata inviata unitariamente una richiesta d’incontro all’Assessore ai trasporti Elisa De Berti per chiedere chiarimenti rispetto alla quantificazione e alla distribuzione delle risorse finanziarie rinvenienti dal Fondo Nazionale Trasporti alle aziende del trasporto pubblico locale. Richiesta che, purtroppo, non ha ottenuto nemmeno una risposta.
Gli autoferrotranvieri sono consapevoli del disagio causato all’utenza da questo sciopero, ma ritengono che le rivendicazioni per assegnare più risorse al trasporto pubblico locale vadano a favore di tutti: studenti, lavoratori, pendolari, anziani e turisti che quotidianamente utilizzano i mezzi. Il disagio provocato da questo progressivo disinvestimento è un disagio condiviso sia dai lavoratori, che chiedono un lavoro più dignitoso, che dagli utenti, che hanno diritto alla mobilità.
Alessandro Piras, Segretario regionale Filt Cgil Veneto: “Siamo qui davanti al Consiglio regionale per lo sciopero nazionale ma anche perché la Regione Veneto dovrà affrontare la questione del Trasporto pubblico locale da qua ai prossimi mesi. Partendo dal presupposto che il Fondo Nazionale non garantisce il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri, le risorse nazionali sono del tutto insufficienti per il trasporto pubblico locale del Veneto: la Regione deve a questo punto intervenire sul finanziamento dei trasporti e affrontare la polverizzazione del Servizio pubblico, con le aziende che puntano più sul servizio turistico a scapito di quello residenziale perché il primo offre maggiori introiti. Questo mentre gli autoferrotranvieri hanno turni spesso massacranti che coprono fino a 14 ore al giorno, con stipendi da neoassunti da 1200 euro. Si tratta di retribuzioni inadeguate e lesive della dignità di lavoratrici e lavoratori”.