Celebriamo la Giornata mondiale dei diritti dei Migranti nel segno del lavoro e dei diritti che non hanno nazionalità.
Dichiarazione di Silvana Fanelli, segreteria confederale Cgil Veneto
“Sono passati quasi cinquant’anni dal 1972 quando, nascosti dentro un camion, persero la vita in un terribile incidente nel tunnel del Monte Bianco 28 cittadini originari del Mali che tentavano di raggiungere la Francia nella speranza di trovare un lavoro dignitoso.
Non molto, purtroppo, è cambiato da allora.
E se qualcuno nutrisse dubbi, quanto di terribile è accaduto ieri, proprio alla vigilia della giornata internazionale dedicata a questo tema, con la morte di due bambini nel rogo di una baracca a Foggia, mentre il papà era al lavoro nei campi, dovrebbe essere più che sufficiente a fugarli.
Così come le immagini dei profughi ai confini con la Polonia, separati dal filo spinato dalla civile Europa. Anche lì è morto un bambino, per il freddo, in mezzo alla neve.
Per non parlare di quanto accade da troppo tempo nel Mediterraneo, trasformato – come ha denunciato Papa Francesco – in un cimitero senza lapidi. È di queste ore la notizia di una donna morta al largo di Lampedusa.
Chi sono queste persone, che scappano da sofferenze indicibili e che bussano alle porte dell’Occidente, se non aspiranti lavoratrici e lavoratori che chiedono di poter vivere in condizioni umane, di poter sostenere le loro famiglie, proteggere e dare un futuro ai loro figli.
È a loro che è dedicato anche questo 18 dicembre 2021, una giornata che rappresenta per noi l’ennesimo monito, il pressante invito ad agire, nel segno dell’accoglienza e della giustizia.
Il Veneto, l’Italia, il Vecchio Continente, che oltretutto soffrono di un drammatico problema demografico, avrebbero non solo il dovere, ma tutto l’interesse a integrare chi fugge da guerre, terrorismo, devastanti crisi climatiche e offrire loro l’opportunità di contribuire alla crescita economica e sociale delle nostre comunità. Invece, ancora oggi, i paesi dell’Unione europea e l’Italia stessa non hanno ratificato la convenzione del 1990, malgrado il Parlamento europeo, nella risoluzione del 19.05.2021, abbia raccomandato a tutti i Paesi la sottoscrizione.
La Cgil non può che stare dalla parte di chi, per vivere, ha bisogno di lavorare e impegnarsi affinché il nostro Parlamento ratifichi questa Convenzione, dando il buon esempio a tutta l’Europa.
Il lavoro è un diritto che non ha nazionalità e la nazionalità non può giustificare diritti diversi per chi lavora“.
Silvana Fanelli, segreteria confederale Cgil Veneto