CGIL VENETO
Confederazione Generale Italiana del lavoro Veneto

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Anche nel processo “Camaleonte” importante risarcimento danni al sindacato, che si era costituito parte civile

Dichiarazione di Silvana Fanelli, segreteria confederale Cgil Veneto

Dopo l’importante risarcimento riconosciuto ieri al sindacato nel processo Taurus, anche oggi, nell’udienza del processo Camaleonte (sempre contro la ‘Ndrangheta), la Cgil Veneto (rappresentata dall’avvocato Leonello Azzarini) vede ribadita la ragione che la spinge a costituirsi parte civile contro la criminalità organizzata nella nostra Regione. 
Per noi era già stato un importante risultato l’ammissione come parte civile (nell’udienza preliminare eravamo stati esclusi, a nostro avviso immotivatamente, come dimostra la sentenza di cui stiamo parlando). 
Questo ci ha consentito nel dibattimento di portare le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori, ricordando come non ci possa essere un lavoro libero e dignitoso se mancano la legalità e la trasparenza nelle aziende, se ci sono violenza e sopraffazione. 
Il riconoscimento del risarcimento danni è un’ulteriore conferma della bontà del nostro impegno. 
Rimaniamo comunque preoccupati per il nostro territorio perché, malgrado il susseguirsi di processi e sentenze di condanna per i reati commessi dalla criminalità organizzata, sembra non esserci una vera presa di coscienza del fenomeno da parte di molte istituzioni e dei rappresentanti del mondo economico, visto che come parti civili ci siamo sempre solo noi e la Regione. 
Mancano all’appello gli Enti locali e le parti datoriali, malgrado siano comprovati gli effetti negativi che il radicamento delle mafie produce sul tessuto sociale ed economico veneto, come dimostrano anche i recenti studi effettuati dall’Università di Padova.
Non è sufficiente l’enorme lavoro di Forze dell’Ordine e Magistratura, che non smetteremo mai di ringraziare.
Senza una reazione adeguata, all’altezza del pericolo, da parte di tutta la società civile, degli attori economici e della politica, questi fenomeni non riusciremo mai a prevenirli con tempestività.
E la prevenzione è decisiva alla vigilia degli importanti investimenti europei, che dovranno produrre un nuovo modello di sviluppo che metta al centro il lavoro di qualità, soprattutto per i giovani e le donne“.

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