Cgil Veneto: è necessaria una svolta da parte delle Istituzioni e del mondo economico
Il 2021, per il Veneto, si è chiuso con un più 22% di incidenti mortali sul lavoro (ben 105 i decessi), contro una riduzione del 4% a livello nazionale.
Il 2022 non si è aperto meglio: nel mese di gennaio (ultimo dato disponibile Inail) le denunce per infortunio nella nostra regione sono cresciute del 31% (6.500 casi) rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
“Che le cose non vadano bene – dichiara Tiziana Basso, segreteria confederale Cgil Veneto – lo conferma anche la cronaca delle ultime ore, con un morto sul lavoro nel vicentino e l’incendio in un’azienda di cosmetici del padovano, che ha ustionato gravemente un giovane dipendente.
Abbiamo, lo scorso mese, condiviso il nuovo piano strategico regionale sulla sicurezza. Non è un atto formale, bensì una solenne assunzione di responsabilità che deve unire l’intera società veneta.
Entro il mese di febbraio, inoltre, l’Assessore Lanzarin avrebbe dovuto convocarci per avviare il tavolo di coordinamento e quelli di settore. Purtroppo, non è ancora avvenuto.
È un periodo particolarmente complicato, nessuno può negarlo, ma la salute e la vita delle lavoratrici e dei lavoratori deve avere una priorità assoluta e non sono ammissibili ulteriori ritardi, perché la situazione nei posti di lavoro continua a peggiorare.
Il rischio concreto, altrimenti, è che anche il nuovo piano rimanga sulla carta, largamente inapplicato.
Non possiamo permettercelo, non possiamo rimanere inerti di fronte alla strage sul lavoro che continua a verificarsi.
La Cgil si mobiliterà per ottenere risultati concreti nel più breve tempo possibile”.