Sarà di città in città ed interesserà tutto il Veneto dal 30 maggio fino al 12 giugno lo sciopero dei settori del turismo (bar, mense, alberghi, ristoranti) e del settore multi servizi (pulizie – a partire da scuole e ospedali – custodia nei musei, ecc) proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ulitrasporti per il rinnovo dei contratti di lavoro scaduti nel 2013 ed ancora al palo.
L’astensione dal lavoro, di 8 ore, sarà accompagnata da presidi davanti agli ospedali, a rimarcare la particolare criticità delle condizioni dei lavoratori degli appalti all’interno delle strutture sanitarie venete. E sarà proprio di ospedale in ospedale che si snoderà il percorso delle manifestazioni, connotate dal sindacato veneto con la dicitura “in cammino verso il contratto” sovrapposta, nei manifesti, all’immagine di un percorso con date e tappe di scioperi ed iniziative di protesta.
Si partirà domani, 30 maggio, con l’astensione dal lavoro nelle intere province di Padova e di Verona con manifestazioni dalle 10 alle 13 in Azienda Ospedaliera a Padova e dalle 10.30 alle 13 davanti all’ Ospedale Borgo Trento di Verona.
Il 31 sarà la volta di Rovigo (con le stesse modalità), mentre a Treviso si terrà un sit in di fronte al Provveditorato agli studi.
Il 5 giugno la staffetta passa a Belluno ed il 6 ancora a Treviso, questa volta con il presidio davanti all’ospedale Cà Foncello. Il 12 giugno toccherà a Vicenza, mentre Venezia sta ancora definendo le modalità.
Dopo lo sciopero effettuato con successo questa primavera, i lavoratori dei comparti turismo e multiservizi tornano dunque nuovamente a far sentire la propria voce a sostegno di un contratto che le controparti – sfilacciate al proprio interno e sempre pronte a proporre condizioni peggiorative – continuano a negare.
La situazione è ben sintetizzata da una nota di Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ulitrasporti del Veneto: Fipe e Fiavet Confcommercio hanno da mesi interrotto le trattative; con Angem e alleanza delle Cooperative il confronto si è arenato a pochi passi dal traguardo per l’indisponibilità di alcune imprese a offrire garanzie nei subentri di attività; Anip Confindustria, Legacoop Servizi, Federlavoro Servizi Cooperative, Agci e Unionservizi Confapi hanno appesantito il negoziato con pretese inaccettabili su malattie, cambi d’appalto e proposte di aumenti irrisori.
“Tutte queste controparti – conclude la nota sindacale – hanno sempre posto come condizione per il rinnovo dei rispettivi contratti la restituzione di parte di importanti elementi economici e normativi (permessi, scatti, carenza malattia) secondo la logica sbagliata che un accordo nazionale debba vedere un finanziamento diretto dei lavoratori.”
Ricordando che la qualità del lavoro va di pari passo con la qualità del servizio, le organizzazioni sindacali invitano cittadini, utenti e famiglie a sostenere la battaglia dei lavoratori in difesa dei loro diritti e del potere d’acquisto delle loro retribuzioni. Per questo i presidi saranno all’insegna dell’incontro con la gente attraverso la distribuzione di materiale, messaggi e piena disponibilità al dialogo.