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FLAI: 430.000 GLI IRREGOLARI IN AGRICOLTURA

In agricoltura 430.000 lavoratori sono irregolari o sono assoggettati ad un caporale. Di questi oltre 300.000 lavorano meno di 50 giornate l’anno, mentre il tasso di irregolarità dei rapporti di lavoro è pari al 39%. Lo rileva il quarto rapporto agromafie e caporalato curato dall’osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil nazionale, presentato il 13 luglio a Roma alla presenza di Ivana Galli, segretaria generale Flai Cgil, Susanna Camusso, segretario generale Cgil e del presidente della Camera, Roberto Fico.

Secondo il rapporto, l’irregolarità in agricoltura è pari a 4,8 miliardi di euro ed incide per il 15,5% sul valore aggiunto del settore, mentre l’evasione contributiva ammonta ad 1,8 miliardi.
I lavoratori vittime del caporalato sono privi di qualsiasi diritto e percepiscono una paga media tra i 20 e i 30 euro al giorno (inferiore di circa il 50% di quanto previsto dal contratto nazionali) lavorando anche 12 ore.
Poi devono pagare il caporale, anche per il trasporto (5 euro) ed il cibo (1,5 euro l’acqua e 3 euro un panino).
Le donne sotto caporale percepiscono un salario inferiore del 20% rispetto agli uomini e, nei peggiori casi di sfruttamento vi sono anche lavoratori migranti che percepiscono 1 euro l’ora.
Non manca il lavoro a cottimo, con compensi di 3 o 4 euro per un cassone da 375Kg.
Secondo il rapporto, infine, il valore dei prodotti alimentari contraffatti sequestrati dal 2012 al 2016 è di 1miliardo di euro, 33 milioni di Kg alimentari e 60 milioni di litri di quelli liquidi, in particolare olio, latte e vino.

Il Rapporto è suddiviso in quattro parti. Nella prima parte, Economia mafiosa: agromafie e caporalato, si fa il punto sull’economia illegale nel settore alimentare e sull’applicazione e valutazioni sul campo all’indomani dell’approvazione della legge 199/2016 di contrasto al caporalato. Inoltre, sempre nella prima parte, si analizzano i numeri, la composizione e la condizione dei lavoratori migranti nell’agricoltura italiana.
Nella seconda parte, Le norme di contrasto allo sfruttamento, si affronta, con un approfondimento monografico, in un excursus che parte dal 1950 e arriva ai giorni nostri, il tema del collocamento, dello sfruttamento lavorativo e delle varie norme e leggi a contrasto.
La parte terza, Il lavoro indecente nel settore agricolo, tratta, attraverso una serie di interviste, sette casi di studio, storie di lavoro sfruttato nei territori di sette regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Campania, Puglia, Basilicata e Sicilia. In ogni regione sono stati studiati territori particolari, in quanto quelli in cui si registrano forme di lavoro indecenti e al limite dello sfruttamento para-schiavistico.
Nella parte quarta, Le mafie straniere e il caso della mafia bulgara, si affronta il tema delle organizzazioni criminali straniere, in particolare con un focus sul caso della mafia bulgara. Flussi migratori, strategie di insediamento, modus operandi, rapporto tra le mafie straniere e la criminalità locale, e quindi il tema della intermediazione illecita e della tratta e sfruttamento di persone.

Vedi i dati elaborati dall’Osservatorio Placido Rizzotto

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