Sono solo poco più di 100.000 i giovani che in 7 anni hanno trovato lavoro in tutto il Veneto ed oltre 7.000 all’anno quelli che se ne vanno, mentre sul piano più generale l’occupazione dipendente registra un calo progressivo e peggiora di qualità.
QUI il video integrale dell’incontro e degli interventi.
Le dichiarazioni della Segr. Gen. Susanna Camusso alla stampa
I cittadini chiedono lavoro – In Italia i “pochi segnali di ripresa” che ci sono, risultano “legati a fattori internazionali, che pero’ non producono crescita”; a fronte di questa situazione c’e’ una disoccupazione “troppo ampia”, mentre ciò che chiedono i cittadini è “lavoro, lavoro, lavoro”. Troppe aziende sono in ristrutturazione aspetto dilagante anche nella grande distribuzione e nel terziario”. Per affrontare il tema occupazionale bisogna “partire dalle Regioni e dal territorio per rilanciare politiche del lavoro”.
Legalità: precondizione per l’ occupazione – “La legalità è la precondizione del lavoro. Per questo abbiamo proposto un nuovo sistema degli appalti che sono un problema, con 30mila stazioni appaltanti in tutto il territorio nazionale”.
“Servono risorse, riconoscimento dei diritti e investimenti. ovvero l’opposto di ciò che è stato fatto finora”.
Jobs Act: si danno numeri entusiastici, ma poi nella realtà crescono i disoccupati – “I numeri che ci vengono fatti non sono altro che propaganda del Governo; numeri che si scontrano con la realtà di milioni di disoccupati e di giovani in fuga all’estero”. Sui nuovi posti di lavoro dopo il Jobs Act “siamo di fronte ad una infinita guerra dei numeri”.
QUI la relazione della Segr. Gen. Cgil Veneto Elena Di Gregorio
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Nonostante l’andamento ciclico della congiuntura, il mercato del lavoro sembra ingessato, con una quota ormai strutturale di 130.000 rapporti di lavoro interinale (che invariabilmente si accendono e consumano nel corso di ogni anno), un ampio ricorso al lavoro a termine che rappresenta oltre il 60% delle attivazioni ed a cui va aggiunto il boom dei voucher, una diminuzione dei rapporti stabili che, nonostante il presunto miracolo del Jobs Act, presentano a marzo 2015 un calo di 10.600 unità sui 12 mesi precedenti, ossia uno dei peggiori andamenti dal 2008 ad oggi.
Il dato è ancora più preoccupante in quanto inserito in un contesto sociale impoverito ed invecchiato, dove le famiglie che dichiarano di non essere in grado di far fronte a spese impreviste sono salite in 10 anni dal 20% al 33% e gli ultrasessantacinquenni hanno superato il 22% della popolazione senza che sul piano dell’organizzazione dei servizi siano avvenuti opportuni e significativi cambiamenti.
Eppure, di fronte a tutto ciò non c’è stata nessuna regia circa lo sviluppo della regione, ancora tutto aggrappato alla crescita dell’export di alcuni comparti manifatturieri, mentre la spesa delle famiglie si mantiene in calo (-1,2% le vendite a fine 2014 sull’anno precedente) pesando negativamente sulla domanda interna.
Non è allora il caso di allargare gli orizzonti, mettendo in campo un nuovo protagonismo delle istituzioni (Regione in testa) ed, assieme ad esso, risorse ed idee che spingano la regione verso una nuova prospettiva, non solo economica, ma anche di qualità della vita e del tessuto urbano ed ambientale?
Con l’intento di uscire dalla “gabbia” del galleggiamento su una situazione che non sembra sbloccarsi, la Cgil del Veneto ha prodotto una proposta articolata in 7 punti da presentare agli attori politici ed istituzionali oltre che alle rappresentanze sociali.
QUI il volantino dell’incontro
QUI il documento con le proposte della CGIL
QUI i dati (in tabella) su assunzioni e trasformazioni a tempo indeterminato nei 12 mesi.
QUI le tabelle con il quadro occupazionale in Veneto
QUI il Programma Garanzia giovani ad aprile 2015