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SERVIZI PUBBLICI LOCALI: UN CONFRONTO A MESTRE

Come cambierà il panorama del settore che nel Veneto occupa oltre 18.000 dipendenti ed è connotato da un mix di grandi (Hera, Aim, Veritas) e piccole imprese, quotazioni in borsa e gestioni consortili, accorpamenti di più servizi o limitazioni al singolo settore, oltre ad una vera e propria giungla tariffaria?

Una risposta arriva con il convegno organizzato dalla Cgil del Veneto svoltosi il 9 luglio a Mestre, Auditorium della Provincia in via Forte Marghera, partito dalla presentazione di una ricerca appositamente commissionata all’Ires regionale e dalla messa a confronto tra i modelli di governance presenti in Veneto, Emilia e Toscana, oltre che da uno sguardo all’esperienza francese e tedesca dove si stanno operando alcune revisioni rispetto al passato.

La riflessione parte da un monitoraggio della situazione (innovazione e finanza, indici patrimoniali, efficienza operativa, costi degli organi sociali, qualità, tariffe, organici) azienda per azienda e Comune per Comune mettendo in luce l’enorme differenziazione che, ad esempio, vede la stessa Veritas applicare (ad una famiglia di 3 persone e una casa di 100 metri quadri) una tariffa di igiene urbana di 325 euro a Venezia contro i 152 di Marcon, oppure fare di Venezia (con 240 euro per il servizio idrico – consumo annuo di 200 mc) la città capoluogo meno cara del Veneto, mentre a Rovigo la stessa acqua costa 398 euro e a Padova 313 euro. Meno disparità c’è tra i biglietti di trasporto pubblico locale, ma il divario si manifesta negli abbonamenti che, per un anno, costano 484 euro a Rovigo contro, ad esempio, i 305 di Treviso.

Attualmente il Veneto è suddiviso in 7 ATO nel settore dei trasporti, 8 nel servizio idrico integrato, un solo ATO regionale suddiviso in 11 bacini per la gestione e smaltimento dei rifiuti, 15 per il gas (la cui gestione in questi giorni è messa a gara a Belluno aprendo la strada ad un percorso che ha come termine ultimo il 2017).

In questa suddivisione convive una miriade di aziende, gran parte delle quali si è consorziata a livello regionale (dando vita a “Vivere Acqua” e a “Consorzio rete Ambiente”) per l’acquisto di materie prime, gestione del magazzino, ricerca, fino all’emissione di obbligazioni come nel caso degli “hydrobond”.

Come evolverà ora questo modello? Secondo la Cgil occorre una riflessione collegiale e condivisa su una materia delicata che riguarda risorse e beni comuni ed impatta sulla qualità della vita dei cittadini, ma che deve al contempo coniugare l’utilità pubblica con una gestione di tipo industriale.

Di qui il convegno i cui lavori si sono aperti da una presentazione di Paolo Righetti, Segretario regionale della Cgil, cui seguirà l’illustrazione della ricerca da parte di Giuseppe Barba, dell’Ires veneto.

Leggi QUI la relazione del segretario regionale Paolo Righetti (pdf)

Leggi QUI il Rapporto Ires

Scarica QUI gli allegati alla ricerca Ires

Tra gli intervenuti,  i contributi di Giancarlo Corò, economista, Franco Zanata, Presidente di Contarina Spa, Fabio Trolese, Presidente del Consorzio Viveracqua, Luca Scalabrin, Presidente dell’Actv. Conclusioni di Fabrizio Solari, Segretario nazionale della Cgil.

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