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SERVIZI PUBBLICI LOCALI: CONVEGNO CGIL IL 5 APRILE A MESTRE

“I servizi pubblici locali. Le reti per un nuovo modello di sviluppo” è il titolo di un convegno organizzato dalla Cgil per il 5 aprile a Mestre (centro culturale Candiani, ore 9).
L’incontro prende le mosse da una ricerca (che sarà presentata per l’occasione) condotta da Giuseppe Barba per l’Ires del Veneto che ha preso in esame, tracciando una vera e propria radiografia regione per regione (13 quelle esaminate), i settori di acqua, igiene urbana, trasporto pubblico locale ed erogazione del gas.

La ricerca si dipana lungo 5 capitoli (assetti strutturali e tendenze, qualità del servizio, tariffe, sostenibilità economica e patrimoniale dei sistemi regionali, investimenti dei sistemi regionali) restituendo un quadro puntuale ed aggiornato sulla consistenza organizzativa, qualitativa, tariffaria ed economica dei servizi pubblici locali, un settore che riveste un carattere determinante per la qualità di vita dei cittadini, da un lato, e lo sviluppo delle attività economiche, dall’altro.
Molti gli spunti che emergono, a partire dal raffronto tra le diverse aree del paese che evidenzia una diversità di passo di gran parte delle regioni del mezzogiorno, fino ad una valutazione dei processi di concentramento che hanno portato all’accrescimento soprattutto delle multiutility del nord fino a creare dei veri e propri colossi (Hera in testa).
Se nelle realtà di grandi dimensioni il sistema è più solido e capace di grandi investimenti, occorre tuttavia valutare quali possano essere i rischi di allontanamento dal controllo e dalle specificità dei singoli territori.
Altra questione riguarda l’assenza di un quadro normativo di riferimento generale, dopo la bocciatura del testo Unico da parte della Consulta.
Su questi ed altri temi il convegno intende stimolare un confronto tra sindacato, istituzioni e operatori del settore con l’idea di valutare le iniziative necessarie a rendere più efficienti i servizi e rilanciare lo sviluppo ma anche di qualificare il lavoro e la contrattazione.

Il convegno, presieduto da PRESIEDE GABRIELE VALERI, Responsabile Servizi Pubblici Locali Cgil, si apre con la presentazione del rapporto da parte di GIUSEPPE BARBA, ricercatore Ires Veneto. Seguirà il dibattito con gli interventi di RAFFAELE DONINI, Assessore Trasporti,Reti Infrastrutture Emilia Romagna, MICHELE AZZOLA, Segretario Generale Cgil Roma-Lazio, ENZO GEROSA, Amministratore Delegato Unareti, Gruppo A2A, GIORDANO COLARULLO, Direttore Generale Utilitalia, GIUSEPPE GESMUNDO, Segretario Generale Cgil Puglia, FABIO GIUSEPPINI, Amministratore Delegato Ireti, CHRISTIAN FERRARI, Segretario Generale Cgil Veneto, ROBERTO GASPARETTO, Direttore Generale AcegasApsAmga, gruppo Hera, MARIA ROSA PAVANELLO, Presidente Anci Veneto. Le conclusioni sono affidate a VINCENZO COLLA, Segretario Nazionale Cgil.

Il Veneto si caratterizza per un modello più legato al pubblico e la presenza di aziende di medio- piccole dimensioni. Gli erogatori sono un centinaio (con 33 aziende sopra i 15 milioni di euro di fatturato), al servizio di 4.927.596 abitanti dislocati in 576 comuni. Di questi, 35 sono privati (ma in 28 casi si tratta di piccole entità operanti nel Trasporto Pubblico); il resto è pubblico o a maggioranza pubblica. Negli ultimi anni, anche a fronte delle nuove normative, si è assistito a diversi processi di aggregazione dovuti a dinamiche locali in assenza di una regolazione regionale. Tuttavia la regione presenta ancora un certo grado di frammentazione.

Servizio idrico integrato: il territorio è suddiviso in 8 Ambiti Territoriali Ottimali (Alto veneto, Veneto orientale, Laguna di Venezia, Bacchiglione, Brenta, Valle del Chiampo, Veronese, Polesine) cui si aggiunge un’area (11 comuni) che rientra nell’ATO interregionale Lemene. Il servizio è erogato da 15 gestori, di cui 4 multiutility, al 100% pubblici. Il settore, interessato da diverse fusioni nel 2017, evidenzia un notevole dinamismo. Dal 2011 è attiva un’esperienza consortile (Vivereacqua) le cui funzioni sono in ulteriore espansione.

Igiene urbana: la legge regionale contempla un unico Ambito Territoriale Ottimale (coincidente con il territorio regionale), ma prevede che la Giunta riconosca Bacini Territoriali interni all’ATO per l’esercizio delle funzioni di organizzazione e controllo del servizio Questi sono 12 (Belluno, Venezia, Sinistra Piave, Destra Piave, Brenta, Padova centro, Padova sud, Vicenza, Verona nord, Verona città, Verona sud, Rovigo). I gestori sono 35, di cui 6 multiutility. 24 sono le aziende totalmente pubbliche, 3 le gestioni in autonomia, 3 le aziende miste a maggioranza pubblica e 5 private. Nel 2014 è stata costituita tra 5 grandi gestori Rete Ambiente Veneto che però presenta alcune difficoltà a svilupparsi.

Gas: la riforma, che prevede una riduzione dei gestori ed affidamenti tramite gara, è ampiamente inattuata. Il Veneto è suddiviso in 15 Ambiti Territoriali Minimi: 4 nella Provincia di Vicenza, 3 in quella di Padova, 2 ciascuno nelle Province di Treviso, Verona e Venezia, ed i restanti sono coincidenti con le Province di Belluno e Rovigo. I gestori sono 26, di cui 15 a natura regionale (gli altri sono nazionali). Di questi ultimi, 9 sono interamente pubblici, 2 a maggioranza pubblica, 2 in economia e 2 privati.

Trasporto pubblico locale: nel Veneto vi sono 7 Bacini, coincidenti con i territori provinciali e corrispondenti ad altrettanti enti di governo cui spetta provvedere alla gestione delle procedure di gara. I gestori di riferimento sono 7: uno per provincia, tranne Venezia che ne ha 2 (Actv e Atvo). Di questi, 5 sono a totale proprietà pubblica e 2 sono società miste a maggioranza pubblica. Vi sono inoltre 28 gestori privati, con un ruolo marginale, in parte sovvenzionati dalla Regione.

Le aziende venete di servizio pubblico locale con un fatturato superiore ai 15 milioni di euro

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