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SCUOLA PRIMARIA: SENZA INSEGNANTI RIPRESA DELLE LEZIONI A RISCHIO

È fortemente a rischio nel Veneto la regolare ripresa delle lezioni nella scuola primaria, a fronte dell’estromissione di 2.100 insegnanti in possesso di solo diploma magistrale (anche se già in ruolo) cui sui aggiungono 650 pensionamenti.
La Flc ha chiesto incontri e presentato proposte per evitare drammi sociali ed ora lancia un appello alle istituzioni e alla politica venete. I tempi, avverte, sono strettissimi.
“La situazione del Veneto relativamente alla vicenda per i diplomati magistrali è particolarmente grave, mettendo a rischio il regolare avvio del prossimo anno scolastico”, osserva Marta Viotto, Segretario Generale della Flc Cgil regionale.

“Stiamo parlando – aggiunge – di 890 insegnanti di scuola primaria e dell’infanzia immessi in ruolo, con riserva, fin dall’anno scolastico 2015/2016 che hanno svolto regolarmente il periodo di prova, i quali potrebbero trovarsi licenziati, e di altri 1.200 incaricati che hanno lavorato quest’anno con contratti annuali a tempo determinato che potrebbero essere esclusi dalle graduatorie per le future nomine della scuola primaria.
Il contesto risulta ulteriormente aggravato se si considera che, a questi posti di insegnamento, se ne debbono aggiungere altri 650 nella scuola primaria, lasciati liberi nel prossimo anno scolastico, per effetto dei pensionamenti.
Tale situazione – spiega Viotto – è conseguenza della decisione del Consiglio di Stato (sentenza n. 11 del 20.12.2017) che ha respinto l’appello proposto da alcuni diplomati magistrali affermando il principio in base al quale i diplomati magistrali ante 2001/2002 non avrebbero diritto ad essere inseriti nelle graduatorie ad esaurimento.
Con questa decisione l’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, ha smentito se stessa, poiché precedentemente, sulla stessa vicenda, si era già espressa favorevolmente.

È indispensabile – a due mesi dall’inizio del prossimo anno scolastico – che venga trovata una soluzione alla vicenda che coinvolge la vita professionale e personale di migliaia di lavoratrici del mondo della scuola e che garantisca il diritto allo studio alle bambine e ai bambini che a settembre rientreranno nelle classi.
La Flc Cgil – ricorda Viotto – dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato, ha immediatamente sollecitato gli Organi legislativi e governativi ad adottare, con la massima urgenza, un provvedimento normativo che risolva, in maniera definitiva e nel rispetto di tutti i soggetti interessati, diplomati magistrali e laureati in scienze della formazione primaria, la questione che da troppi anni crea incertezze al buon funzionamento delle scuole, al personale insegnante inserito nelle graduatorie, alle famiglie e agli alunni, per la mancanza di continuità didattica nelle classi, per la precarietà del lavoro che non garantisce la sicurezza e la serenità del nell’ambiente scolastico.
È ora che la Politica si assuma la responsabilità di porre “fine” all’annosa e controversa vicenda, evitando, una volta per tutte, che le lavoratrice e i lavoratori debbano, costantemente, ricorrere alla via del contenzioso, chiedendo agli Organi di Giustizia quelle risposte che, seppur sollecitata, la Politica non ha saputo o voluto dare”.

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