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MARGHERA BOCCIATA DALL’ENEA. SEGNALE PESSIMO SULLO STATO DEL SITO

Il centro di ricerca sulla fusione nucleare non si farà a Marghera. La candidatura veneziana è stata bocciata dall’Enea che ha classificato il sito veneto al terzultimo posto tra 9 candidati, scegliendo invece Frosinone. In particolare la commissione di valutazione ha rilevato che nell’area non c’è la certificazione ambientale con le bonifiche ancora da completare, che non c’è nessuna garanzia sui tempi per rendere disponibile il terreno (ancora di proprietà di Syndial), che il valore delle infrastrutture è considerato prossimo allo zero. Il pronunciamento ha riacceso i riflettori sulla questione di Porto Marghera, con un fiume di dichiarazioni che chiamano alle proprie responsabilità il Comune e la Regione.

“Una occasione mancata per il lavoro e per la Città Metropolitana di Venezia!”, commentano i Segretari metropolitani di Cgil Cisl Uil, Enrico Piron, Paolo Bizzotto e Gerardo Colamarco. “Malgrado l’alto profilo scientifico del progetto di ricerca messo in campo sulla fusione nucleare – dicono – Venezia perde una ulteriore opportunità. La bocciatura nella gara bandita dall’Enea riporta a galla, ancora una volta, i problemi che affliggono il nostro territorio. L’esclusione di Porto Marghera, finita terzultima su nove candidate, è da attribuire all’assegnazione da parte della commissione dell’Enea di zero punti su due dei 19 criteri utilizzati e di 1.51 punti su un terzo criterio”.

Secondo Piron, Bizzotto e Colamarco il problema è proprio qui: “il punteggio attribuito nei tre criteri indica che nell’area indicata nel progetto non c’è una certificazione ambientale, nessuna garanzia per i tempi di rendere disponibile l’area ed inoltre il valore delle infrastrutture presenti è considerato prossimo allo zero.
Questi tre temi sono i temi che da anni sono al centro del confronto tra Istituzioni e parti sindacali e datoriali. Da tempo il Sindacato sta chiedendo che il completamento delle bonifiche fosse la priorità per garantire nuovi investimenti necessari a garantire il mantenimento e lo sviluppo delle attuali realtà industriali presenti sull’area e per nuovi insediamenti basati sul manifatturiero, sulla green economy, sulla ricerca, sull’impresa 4.0.
A completare il quadro, questa sonora debacle si concretizza a ridosso della cosiddetta “call” pubblicata dall’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, per raccogliere le manifestazioni di interesse relative alle imprese che intendono investire nell’ambito dello status di Area di crisi industriale complessa del territorio del comune di Venezia”.

Cgil Cisl Uil manifestano grande preoccupazione. “Questo scenario – affermano – si potrebbe prefigurare anche per eventuali futuri progetti industriali, rendendoli invalidi e privando il territorio di questa fondamentale opportunità, fattispecie che consideriamo assolutamente inaccettabile.
Da tempo il Sindacato Confederale sta chiedendo delucidazioni su queste tematiche fondamentali per la nostra Città Metropolitana e in particolare su Porto Marghera. Sin qui solo rassicurazioni ma mai certezze”.

Di qui la richiesta di “un tavolo di lavoro su Porto Marghera, alla presenza dei soggetti produttivi, della Regione del Veneto e della Città Metropolitana al fine di affrontare per tempo tali problematiche e per attivare da subito ogni procedura che non vanifichi gli sforzi
realizzati fino a qui e soprattutto che permetta ai soggetti imprenditoriali disponibili ad investire sull’area, di avere certezze proprio sui loro progetti, all’interno di una visione condivisa. Una visione condivisa dove ognuno si assuma le proprie responsabilità con impegni precisi, definiti nel tempo, condivisione delle informazioni, evitando rimpalli di competenze istituzionali onorando gli accordi già sottoscritti o da sottoscrivere.
In mancanza di precisi impegni, il Sindacato Confederale, già da ora, si dichiara pronto ad ogni iniziativa ai diversi livelli istituzionali”.

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