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FORESTALI ANCORA IN STALLO: DOMANI, 19 APRILE, PRESIDIO ALLA SEDE REGIONALE

Nuova puntata nella lotta dei forestali di fronte al permanere di uno stallo nel pagamento degli stipendi e dell’avvio dei cantieri, nonostante l’emanazione delle delibere regionali che avrebbero dovuto sbloccare la situazione. Invece sembra che le sole delibere non siano sufficienti e si renda necessario un incontro tra tutti i dirigenti per definire la tempistica delle assunzioni. “I tempi così slittano ancora”, osservano i lavoratori esasperati da una situazione che già l’anno scorso li ha visti scendere ripetutamente in lotta per avere mesi di stipendi arretrati e, per gli stagionali, addirittura il lavoro.

Dopo le proteste della settimana scorsa, quando delegazioni di lavoratori si sono recati nelle sedi delle direzioni in ogni provincia, è giunta notizia che il sospirato incontro si terrà il 19 aprile. Così per quella data è stato deciso un presidio davanti alla sede dei Servizi Forestali della Regione del Veneto in via Torino a Mestre (palazzo del Gazzettino) a partire dalle ore 10 con l’intenzione di incontrare i dirigenti del Servizio Forestale.

Lavoratori e Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil chiedono una soluzione definitiva anche perché le due delibere regionali, quella del programma di lavori del servizio forestale (SIF) e quella di autorizzazione alla spesa, sono già operative ed è davvero surreale una situazione che a 15 giorni dalla loro emanazione veda permanere un’aura di incertezza circa l’applicazione.

“Non siamo disposti – scrivono in una nota Renzo Pellizzon, Andrea Zanin, Nicola Storti, Segretari regionali di Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil – ad attendere oltre per l’apertura dei cantieri in quanto il rischio di far saltare le 165 giornate di lavoro, indispensabili per acquisire il diritto all’indennità di disoccupazione da parte degli stagionali, è reale. E non possiamo nemmeno più attendere il pagamento degli stipendi, in quanto molte persone non sanno più come tirare avanti e mantenere la propria famiglia.
Pertanto ognuno, per la propria responsabilità, deve fare il possibile per accelerare i lavori e non rinviarli! Se questo non dovesse succedere denunceremo il ritardo colpevole di quei dirigenti che non vogliono assumersi la loro responsabilità di fronte a decisioni politiche assunte al tavolo di confronto con il sindacato”.

Di qui la decisione del presidio in concomitanza con la riunione dei dirigenti e la richiesta di incontro. “Non andremo via – dicono Pellizzon, Zanin e Storti – finché non avremmo una data certa di inizio lavori. Rivendichiamo la dignità di poter lavorare, facendo – per altro – opere essenziali per la vita e la sicurezza delle nostre comunità”.

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