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DATA MEDICA: FATTO L’ACCORDO SULLA MOBILITÀ

Riassorbimento di alcuni lavoratori con un percorso di riqualificazione ed incentivazione economica per quelli che escono accompagnati da un ammortizzatore sociale di 24 mesi. Questo l’esito dell’incontro sui 24 esuberi dichiarati da Data Medica svoltosi nella sede di Confindustria Padova.
Alla trattativa erano presenti Cecilia de’ Pantz (Filcams Cgil), Daniele Salvador e Katiuscia Rostellato (Fisascat Cisl) con RSA/RSU, l’azienda con il direttore del personale dott. Andrea Rube (Synlab) assistita dallo studio legale Norton Rose Fulbright e dal dott. Filippo Noventa (Confindustria Padova).

Data Medica è un polo sanitario, in regime di convezione, presente con diverse strutture nelle province di Padova e di Venezia. Occupa 156 dipendenti e 350 liberi professionisti ed ha un fatturato di circa 27 milioni di euro.
Il 9 marzo 2017, a seguito della presentazione del piano industriale, la nuova proprietà del gruppo (la multinazionale tedesca Synlab subentrata nel dicembre 2016) ha dichiarato 24 esuberi prevalentemente nel settore amministrativo oltre che nel laboratorio di analisi.
Un fulmine a ciel sereno per i lavoratori che, per altro, sono inquadrati nel contratto degli studi professionali, per il quale non è prevista la cassa integrazione ma solo l’indennità di disoccupazione.

“L’accordo raggiunto, che riguarda gli esuberi presenti nel settore amministrazione medicina del lavoro e laboratorio di analisi, individua – recita un comunicato – due punti fondamentali: la ricollocazione interna dei lavoratori e la ricollocazione esterna. Infatti, internamente, alcuni esuberi verranno assorbiti con un percorso di riqualificazione che permetterà loro di preservare il proprio posto. Invece per gli altri lavoratori che manifesteranno la loro non opposizione al licenziamento, Data Medica riconoscerà un’importante incentivazione economica diversificata in base alle date di uscita. Il tutto accompagnato da un ammortizzatore sociale di ventiquattro mesi”.
Le organizzazioni sindacali si dichiarano “parzialmente soddisfatte in quanto dopo numerosi incontri si è riusciti a condividere l’uscita dei lavoratori con il criterio della volontarietà unitamente ad una incentivazione economica”.

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