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CONTRATTO CHIMICI, DEFINITA LA PIATTAFORMA

Gli esecutivi unitari di Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil hanno dato il via libera all’ ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto del settore chimico-farmaceutico (oltre 171.000 i lavoratori interessati e 2.900 le imprese) in scadenza il 31 dicembre 2015. Ora la parola passa alle assemblee dei lavoratori, chiamati a discutere in tempi rapidi per consentire già a settembre l’avvio delle trattative con Federchimica, Farmindustria, Assocerai, Anicta – Confindustria.

Gli esecutivi hanno anche approvato le linee-guida per le piattaforme contrattuali degli altri rinnovi. Secondo i segretari generali di Filctem, Femca, Uiltec, Emilio Miceli, Sergio Gigli, Paolo Pirani “i contratti nazionali devono garantire, tenuto conto degli andamenti economici, la difesa del potere di acquisto attraverso l’incremento dei minimi contrattuali, il miglioramento del welfare contrattuale e delle prestazioni lavorative.

Sfidiamo gli imprenditori – aggiungono – ad aprire subito le trattative e ad orientare i loro piani verso una maggiore innovazione di prodotto e di processo per sostenere una competizione mondiale sempre più complessa. Insistiamo affinché tutte le ipotesi di piattaforme contengano i necessari miglioramenti dei provvedimenti legislativi in relazione alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, alla conferma dei codici di disciplina e alla tutela dai licenziamenti collettivi”.

La piattaforma contiene una richiesta salariale di 123 euro per il triennio 2016 – 2018 incentrata soprattutto sul rafforzamento e sulla difesa del potere di acquisto dei minimi salariali. Si conferma la centralità della distribuzione dei risultati di produttività a livello aziendale e di gruppo e il rafforzamento del “welfare contrattuale” sia nazionale che in azienda.

Si intendono rafforzare le relazioni industriali a partire dal confronto preventivo sui piani industriali, finanziari e gestionali dell’impresa e si chiede il miglioramento di Osservatori e Comitati aziendali cui affidare materie come le politiche degli investimenti, progetti di sviluppo, le dinamiche salariali complessive.

Va avviata, secondo i sindacati, una riflessione sulla riduzione dei contratti (in una logica di filiera produttiva) e sui Fondi pensione (che possono contribuire allo sviluppo del paese).

Viene quindi introdotta la formazione obbligatoria (2 giorni annui) per tutti i lavoratori, oltre alla istituzione della figura del delegato alla formazione e il miglioramento dell’ Obc (organismo bilaterale per la formazione chimica).

Più formazione (portandola a 16 ore) anche per gli Rlssa sui temi dell’ambiente, salute e sicurezza. Sul fronte della salute si vuole avviare un progetto incentrato sulla prevenzione, e che guardi anche all’ esterno dei luoghi di lavoro, da attivare a livello aziendale e territoriale. Particolare attenzione agli appalti (ulteriori iniziative e controlli sulle metodologie di lavoro e sulle procedure di sicurezza e maggiori informazioni alla Rlssa sui criteri con i quali vengono concessi).

In relazione alle tecnologie e prodotti si chiede l’istituzione di un Comitato nazionale sui nuovi prodotti (biocompatibili e a risparmio energetico) che hanno un impatto sul territorio.

Si affrontano quindi i temi dello smart-working (lavoro fuori dall’azienda), del lavoro flessibile, del telelavoro, del miglioramento delle norme dei congedi e dei permessi familiari. Quanto ai licenziamenti collettivi, vanno garantiti a tutti i nuovi assunti le disposizioni previste dagli art. 4, 5, 24 della legge 223/1991, mentre sui provvedimenti disciplinari si chiede la riconferma del sistema di tutele previste dal contratto nazionale in materia di progressività e proporzionalità delle sanzioni.
Si rafforza la contrattazione di secondo livello attraverso un rinnovamento della normativa del contratto, in un quadro di relazioni industriali che sviluppi una interrelazione tra i due livelli. A tal fine si propone una operazione “che chiarisca soprattutto ruolo, compiti, materie, strumenti delegati al contratto di secondo livello (aziendale, di gruppo, territoriale) badando in particolare alle specificità delle imprese a dimensione internazionale”. Tra i compiti da delegare al secondo livello l’organizzazione del lavoro, gli inquadramenti, la formazione, il welfare.

Infine si chiede il rafforzamento di “Fonchim” (fondo integrativo di previdenza) aumentando il contributo aziendale per tutti i lavoratori iscritti ed estendendolo a quelli non iscritti, e di “Faschim” (sanità integrativa).

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