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CGIL CRITICA SUL DOCUMENTO ECONOMICO FINANZIARIO. PRESENTATE TRE PROPOSTE PER ANDARE “NEL VERSO GIUSTO”

palazzo-chigiSe c’è un “grande assente” nel Def, questo è il tema del lavoro e dell’occupazione. Nasce da qui la critica della Cgil al Documento Economico Finanziario varato dal Governo. Nelle scelte adottate “non c’è discontinuità – ha detto il Segretario Generale della confederazione, Susanna Camusso – con le politiche economiche dei governi precedenti. Si scommette, ancora una volta, su una ripresa senza nuova occupazione e si continua sulla strada delle iniquità del sistema fiscale e dei tagli alla spesa pubblica, a scapito del lavoro e del welfare.

Nel Def – ha aggiunto – non c’ è né crescita, né lotta alla disoccupazione.” Semmai, ha sottolineato “si producono diseguaglianze non solo per i tagli alla spesa pubblica, ma perché si presuppone per l’ ennesima volta il mancato rinnovo dei contratti del pubblico impiego, teorizzando la riduzione generale dei salari. In questo contesto non si capisce come si possa affermare che ci possa essere un aumento dei consumi”.

“Ribadiamo l’inefficacia e l’effetto recessivo che hanno i tagli lineari”, ha aggiunto Camusso, sottolineando l’assenza di “azioni coraggiose, come il non taglio delle stazioni appaltanti, mentre si ripropone la vendita/svendita dell’apparato produttivo e delle municipalizzate”.

Nel dibattito sulla pressione fiscale secondo il Segretario della Cgil “non si affronta la progressione e il tema dell’evasione. Ma la cosa che particolarmente ci preoccupa – ha concluso – è che il Def continua a basarsi sull’idea che il tasso di disoccupazione in Italia è al 12,3%, e che l’obiettivo non sia la riduzione progressiva di questo dato. Ma se non si affronta il dato della disoccupazione, si racconta una crescita che non c’è”. Infine non vanno dimenticate le altre emergenze che riguardano il lavoro, a partire dagli ammortizzatori in deroga e dall’assenza di una sostituzione. “Da qui a maggio – dice Camusso – ci sarà, temiamo, la trasformazione da una condizione di cassintegrato a quella di licenziato per moltissimi lavoratori”.

Per questo la Cgil ha presentato tre proposte che possono guidare l’Italia nel “verso giusto”.  (scarica QUI il documento integrale)

  • La prima riguarda l’introduzione di un’imposta sulle grandi ricchezze finanziarie per recuperare le risorse utili a realizzare un piano straordinario per l’occupazione giovanile e femminile. Si tasserebbe solo il 5% delle famiglie italiane finanziariamente più ricche, con aliquota progressiva per la parte eccedente i 350mila euro. Il gettito potenziale è di 10 miliardi di euro l’anno.
  • La seconda proposta è relativa all’aumento della tassazione sulle successioni, almeno a livello europeo, per sostenere investimenti pubblici e nuova occupazione, nonché evitare ulteriori tagli al welfare e, in particolare, alla sanità pubblica. Con questa operazione si recupererebbero di circa 4 miliardi di euro l’anno.
  • Infine, la Cgil propone di utilizzare i fondi pensione dei lavoratori anche per lo sviluppo del Paese, coinvolgendo le parti sociali e la Cassa depositi e prestiti. Quest’ ultima dovrebbe individuare specifici strumenti finanziari per far sì che i fondi possano essere strumenti utili per rilanciare politiche di creazione di occupazione e di sostegno allo sviluppo infrastrutturale, sociale e produttivo del Paese, tutelando il risparmio previdenziale e garantendo la redditività dei patrimoni.

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