CGIL VENETO
Confederazione Generale Italiana del lavoro Veneto

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BILANCIO DELLA REGIONE. VIA I TAGLI IMMOTIVATI E PIÙ CORAGGIO NELL’INCENTIVARE UN NUOVO SVILUPPO.

Un bilancio ancora basato sulle elargizioni a pioggia, con alcuni tagli inspiegabili a fronte delle nuove emergenze e dei settori su cui puntare per la crescita del Veneto, incapace di segnare una svolta in un sistema regionale problematico sul piano occupazionale, demografico, ambientale e, in definitiva, inadeguato alle sfide che la regione deve affrontare.
Muovono di qui le osservazioni della Cgil al bilancio di previsione per il 2016 che sta per andare in discussione al Consiglio regionale.

In particolare la Cgil ritiene assolutamente inopportuno il venir meno delle risorse nella cultura (3 milioni), ai trasporti e mobilità (8,5 milioni alle vie navigabili, mentre resta in sospeso il capitolo del Trasporto Pubblico Locale cui va garantita almeno la spesa per competenza del 2015), al soccorso civile (6,9 milioni di euro, alla faccia delle calamità), all’agricoltura e pesca (8,3 milioni di euro), alle fonti energetiche alternative (30,4 milioni di euro), alle relazioni con le autonomie locali, mentre lo scarso impegno in tema di sviluppo sostenibile e tutela ambientale va superato anche a fronte della pessima qualità dell’aria e dei ripetuti sforamenti di Pm10 che si registrano puntualmente ogni anno.

Quanto alle azioni necessarie per imprimere anche sul versante economico un nuovo passo alla crescita, l’invito della Cgil è quello di “liberare parzialmente risorse per spesa innovativa e produttiva”. Ciò è possibile anche partendo con “piccole quote” che però diano il senso di un “cambio di paradigma” per creare occupazione e promuovere imprese innovative puntando ad una nuova qualità allo sviluppo (intrecciato alla qualificazione ambientale ed al risparmio energetico) in una regione ancora fortemente contrassegnata da settori maturi, frammentazione produttiva, precarietà e lavoro povero.
Secondo la Cgil è opportuno anche rivedere la politica delle entrate ripristinando, ad esempio, l’addizionale Irpef sulle soglie di reddito più elevate. Viceversa, il superticket, che si configura come una sovrattassa sulla malattia e sulla vecchiaia (per la maggiore esposizione degli anziani alle patologie), va abolito perché contrario ad un sistema solidaristico e fonte di penalizzazione dei cittadini più deboli.

Sui due grandi capitoli del sistema socio sanitario e delle infrastrutture, la Cgil ritiene necessaria una maggiore efficacia degli investimenti ed un approccio di più ampie vedute. Significa, in primo luogo, mettere in discussione il ricorso al project financing che si sta dimostrando una “condizione di rischio per le casse pubbliche”.
Per quanto riguarda la sanità, la Cgil ritiene necessario un piano di investimenti relativamente sia all’edilizia che alla diagnostica per mantenere le strutture in condizioni qualitative accettabili, oltre ad un piano di assunzioni di personale sanitario. Vanno tuttavia evidenziate le negatività (con ricadute anche economiche) legate alla mancata applicazione del piano Socio Sanitario regionale, alla riorganizzazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali, mentre anche la nomina dei direttori delle Ulss e la vicenda di Azienda Zero testimoniano una visione “legata più a logiche di campanile che ad un’effettiva analisi dei bisogni e del territorio”.

Infine la Cgil sottolinea i maggiori costi generati dalle tante opere infrastrutturali incompiute e incomplete e chiede che il 2016 segni un impegno reale per il completamento del Sistema Ferroviario Metropolitano regionale e per quello fluvio marittimo.
Quello che va evitato sono il gigantismo delle opere ed il consumo del territorio, oltre che le frammentazioni nei servizi pubblici locali, nelle strade, negli aeroporti, interporti, ecc. A tal fine il bilancio può favorire fusioni ed aggregazioni, attraverso risorse premiali per il raggiungimento di dimensioni ottimali.

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