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BANCHE: PRESIDIO A VICENZA

I 700 lavoratori delle 10 aziende gravitanti attorno alle Banche Venete e non acquisite da Banca Intesa sono senza garanzie circa le proprie prospettive. Per richiamare l’attenzione sulla loro situazione e chiedere soluzioni certe, daranno vita ad un presidio venerdì 23 marzo a Vicenza, davanti alla direzione dell’ex BPVI (in via Battaglione Framarin) dalle 10 alle 13.
La mobilitazione, che riguarda 150 addetti nel Veneto, è organizzata da Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin.

“Sono passati ormai 9 mesi – scrivono le organizzazioni sindacali in un comunicato – da quando Banca Intesa ha rilevato 9.800 lavoratori dalle ex Banche Venete (Popolare di Vicenza e Veneto Banca).
L’operazione che ha messo in sicurezza l’intero sistema bancario italiano, costata diversi miliardi di euro allo Stato, ha potuto salvare migliaia di posti di lavoro tralasciando circa 700 lavoratori di 10 aziende rimaste fuori dal perimetro di acquisizione di Banca Intesa, rimasti senza alcuna protezione.
Si tratta – prosegue la nota – di lavoratori di Apulia Previdenza, Apulia Pronto Prestito, Gruppo Banca Intermobiliare, Bpvi Multicredito, Claris Factoring, Claris Leasing, Farbanca, Immobiliare Stampa, Nem, Prestinuova, ai quali, pur non avendo prospettive certe, non sono state date garanzie occupazionali future.
I commissari liquidatori, che inizialmente pensavano di poter cedere le aziende sul mercato entro un anno, hanno potuto constatare che tale ipotesi è di difficile realizzazione e, ad oggi, non sono stati nella condizione di trovare soluzioni che diano una prospettiva occupazionale per tutte le aziende e i dipendenti.
Lo stesso Governo, nonostante sia stato ripetutamente chiamato in causa, ad oggi non ha dato alcuna risposta concreta”.

Per questo motivo le organizzazioni sindacali hanno deciso il presidio, “in segno di protesta e per tenere alta l’attenzione dell’opinione pubblica su una situazione che vede lasciati al loro destino diverse centinaia di lavoratori (e le loro famiglie) rimasti esclusi dall’operazione di salvataggio avvenuta peraltro con l’utilizzo di ingenti risorse pubbliche.
Il Sindacato – dicono – a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, non lascerà nulla di intentato per cercare di risolvere la questione e intraprenderà tutte le iniziative che saranno ritenute necessarie per la salvaguardia dei posti di lavoro”.

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