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ARTONI: PRESIDIO A ROMA PER L’INCONTRO AL MINISTERO

“Il disastro della Società Artoni in Veneto coinvolge 500 lavoratori che a giorni possono trovarsi senza lavoro”. È un appello allarmato quello del Segretario Generale della Filt Cgil del Veneto, Renzo Varagnolo, a fronte di una vicenda che si trascina da tempo e che ora approda al Ministero dello Sviluppo Economico dove mercoledì 1 marzo è previsto un incontro con le organizzazioni sindacali.
Per quella data è organizzata una manifestazione nazionale a Roma cui il Veneto partecipa con un pullman in partenza da Padova.

“Nelle settimane che sono seguite all’apertura della crisi – riferisce Varagnolo – molte sono state le iniziative di mobilitazione in tutto il territorio veneto dove sono presenti le filiali della Società: a Padova, a Treviso, a Vicenza, a Verona. Oltre al blocco delle attività di Artoni la vertenza ha coinvolto la Società Fercam che si è ritirata dalla proposta di acquisto di Artoni, ma nel contempo ha attivato azioni tese a recuperare contratti commerciali, oltre che lavoratori della stessa Artoni, minando gravemente il proseguo della sua attività.

A Roma il primo marzo si terrà l’incontro chiesto dalle organizzazioni sindacali FILT CGIL, FIT CISL e UITRASPORTI al Ministero dello Sviluppo Economico, per gestire la crisi a partire dai contenuti del verbale tra sindacati ed azienda dove è stata chiesta la salvaguardia dell’occupazione di tutti i lavoratori, diretti ed indiretti (appalti), e l’attivazione – per tutti – degli ammortizzatori sociali che si rendessero necessari.
Da tutta Italia partiranno pullman per Roma dei lavoratori di Artoni per la manifestazione e il presidio sotto il Ministero. Anche dal Veneto un pullman con 50 lavoratori sarà presente a manifestare il 1 marzo, pur con l’intenzione – nella fase difficile – di non pesare ulteriormente sull’attività dell’azienda, ma con la determinazione necessaria per favorire una soluzione possibile della vertenza, soprattutto nel far ripartire il confronto con la Società Fercam, e per gestire la crisi attraverso i necessari ammortizzatori sociali”.

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