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APOLOGIA DEL FASCISMO. PIRON: SI TOLGA LA CONCESSIONE DELLA SPIAGGIA

Scoppia alla Camera la polemica sulla proposta di legge Pd sul reato di apologia del fascismo, con il Movimento 5 Stelle che parla di legge “liberticida” e la Lega che grida al “processo alle idee” quasi che sia lecito elevare al nobile piano delle “idee” il brutale operato di un regime autoritario e violento, che ha imposto agli italiani di tutto e si è macchiato di orribili nefandezze, a partire dalla persecuzione degli ebrei.

Scoppia nel paese il rilancio da parte di vari soggetti (500 le pagine facebook censite dall’Anpi) di una vera e propria propaganda del fascismo e scoppia a Chioggia il caso di uno stabilimento balneare il cui concessionario, tale Gianni Scarpa, espone ritratti di Mussolini, cartelli inneggianti al ventennio e si produce in comizi dall’altoparlante in cui attacca la democrazia che “fa schifo”, il Papa da “rimandare a Buenos Aires perché è contro i muri”, i tossici “da sterminare” e via dicendo, predicando violenza e discriminazione con un linguaggio violento e discriminatorio.

Mentre fioccano le interrogazioni parlamentari per una revoca della concessione, l’intervento della Digos e del Prefetto gli hanno intanto procurato una denuncia per apologia di fascismo e lo hanno obbligato a togliere scritte e cartelli. E davvero suonano tragicamente sconfortanti le battute di una signora (dichiaratamente di “destra”) che fa l’Assessore regionale e del vice sindaco di Chioggia (grillino) che invitano forze di sicurezza e Prefetto ad occuparsi “di cose più importanti”. È un fatto che indigna e sconforta se persone che gestiscono la cosa pubblica non ritengono un problema l’offesa alla democrazia e ai valori su cui si reggono le istituzioni di cui sarebbero i rappresentanti.

Per fortuna il tessuto veneziano è assai diverso da loro e in queste ore si sono moltiplicate le prese di posizione contro chi usa il litorale per inneggiare al fascismo, alla sua violenza e al razzismo.
“Siamo alla follia”, esclama il segretario Generale della Cgil di Venezia, Enrico Piron che chiede il ritiro della concessione della spiaggia a Scarpa.

“Questo nostro Paese – dice – è assolutamente straordinario e tollerante, quando lo vuole. Anche nei suoi paradossi. Un imprenditore si sveglia la mattina e intitola la sua concessione balneare al dittatore che ha messo in ginocchio ed ha affossato l’Italia dalle fondamenta, distruggendo il tessuto sociale e provocando una bruciante frattura nel Paese.
Se le ragioni storiche non bastano, almeno questa volta devono essere applicate le ragioni giuridiche. Visto che l’apologia del fascismo nel nostro Paese è un reato (lo dice la nostra Costituzione), allora non è proprio possibile che un pezzo del territorio italiano sia affidato in concessione a un fascista. Si levi a quel fascista la concessione, anche se è un burlone. E la si affidi a qualche altro imprenditore. Semplice. Non voglio, come cittadino italiano, che un fascista possa guadagnare sfruttando il territorio della Repubblica democratica italiana.

Penso poi ai clienti di quello stabilimento. Loro – per avere ordine e pulizia e disciplina – forse sono compiaciuti nel vedere l’immagine di Benito Mussolini. E non si scandalizzano di leggere parole come “camere a gas”, mentre lappano un gelato sotto il sole estivo del nostro litorale. Ognuno è libero di fare e dire quello che crede, diranno loro. In realtà non è esattamente così. E comunque, se questi piccoli balilla balneari possono stare in uno stabilimento fascista, senza provare vergogna, sotto le effigi di Mussolini, sotto i fasci littori e le frasi idiote del regime, in fondo è proprio perché nel nostro Paese ha vinto la democrazia. Ma loro ne abusano e la vilipendono.

Diciamocela giusta. Spiace anche continuare a ricordarla questa vicenda, se non fosse che vale sempre la pena ribadire che il nostro Paese e la sua Costituzione sono antifascisti e che per questo – per la nostra libertà – sono morte migliaia di persone innocenti e il nostro Paese è rimasto per anni in una dimensione quasi feudale. Certo, questa è una grande operazione commerciale.
Ci stupisce e ci ferisce soprattutto perché le cittadine e i cittadini di Chioggia e Sottomarina non si meritano tutto questo. Soprattutto per la loro gloriosa storia antifascista e di resistenza. Mai abbassare la guardia. Mai banalizzare. Mai fare finta di nulla. Reagire è un dovere. Sempre, anche sotto l’ombrellone. Come sempre: Viva la Costituzione. Viva la Resistenza. E soprattutto abbasso l’idiozia”.

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